Vivere in uno slum in Kenya è difficile. Lo è ancora di più se si è una donna.
Discriminazione
È con questa parola che può essere, sinteticamente, descritta la condizione delle donne in Kenya. Stiamo parlando, infatti, di un Paese dove:
- Più del 60% delle donne (vedove, divorziate o separate) ha dichiarato di aver subito violenze;
- Per il 12% circa delle donne, la prima esperienza sessuale si è consumata contro la loro volontà;
- Circa il 40% delle donne ha subito violenza almeno una volta nella vita.
Tutto questo, senza considerare che, in Kenya, le leggi contro le molestie sessuali non sono effettivamente applicate. (Dati: Genderindex.org)
Alice
Il rischio di subire violenza è concreto soprattutto in uno slum di Mukuru, nella parte est di Nairobi. È qui che vive Alice. La sua giornata comincia molto presto, alle 4:30. Prepara la colazione per i suoi due figli e pulisce la casa. Fatte le 8:00, è il momento di aprire il suo negozio e cominciare a svolgere la sua attività, ovvero vendere verdure.
Ma la sua giornata, pur piena d’impegni, non si esaurisce qui. Perché, insieme ad altre donne che vivono nello slum di Mukuru, contribuisce a una helpline, creata con il supporto di ActionAid e la Wangu Kanja Foundation, che aiuta le donne vittime di violenza, dando loro supporto medico, psicologico e legale.
Olivia, una madre di 36 anni, è una delle donne aiutate da Alice. Mentre Grace, la figlia di otto anni, era fuori a giocare, Olivia fu violentata da un uomo di 65 anni. I vicini sentirono i rumori e le grida, irruppero in casa e la misero in salvo.
Storie come quella di Olivia, nello slum di Mukuru, sono molto frequenti. Troppo frequenti.
Una mano contro la violenza
È stato possibile permettere ad Alice di aiutare Grace e tante altre donne per un solo motivo: grazie ai sostenitori di ActionAid che hanno deciso di dare il proprio contributo. Un contributo grazie al quale è stata creata la helpline e sono state formate le donne che ci lavorano.