Domenica 14 giugno, migliaia di persone si sono riunite nelle maggiori città svizzere per ripetere lo sciopero femminista che ha avuto luogo nella stessa data, un anno fa, per chiedere il rispetto dei diritti delle donne in Svizzera.
ActionAid sostiene lo sciopero femminista nella rivendicazione dei diritti delle donne svizzere e in tutto il mondo. La pandemia ha aggravato ulteriormente la situazione per moltissime donne in tutto il mondo: è oggi quindi ancora più necessario lavorare per costruire un sistema inclusivo e sensibile all’uguaglianza di genere in Svizzera e altrove.
Il divario in Svizzera
Oggi, le donne in tutti i settori sono profondamente toccate da diseguaglianza economica e sociale. Basti pensare che in Svizzera, nonostante la Costituzione garantisca l’eguaglianza di genere in diversi articoli, la differenza media salariale tra uomini e donne conta una differenza del 12%, a discapito delle lavoratrici, con picchi di oltre il 14% nel settore privato.
Inoltre, le donne si trovano ad occupare ruoli di rappresentanza politica in numero minore rispetto ai colleghi uomini. Questo accade in tutti gli organi a livello federale, cantonale e cittadino: a titolo di esempio, si pensi che nella Camera dei Cantoni solo il 26% dei deputati è donna.
In generale, le conseguenze della pandemia hanno avuto un impatto più pesante sulle donne sul piano domestico, in termini ad esempio di cura della famiglia, cura dei malati, violenza coniugale, ma anche sul piano lavorativo. Infatti, da sempre le donne si devono confrontare con l’equilibrio tra lavoro remunerato e l’impegno a tempo pieno rappresentato dall’accudimento dei figli, che pesa in genere meno sulla vita dei colleghi uomini.
ActionAid si batte da anni per il pieno riconoscimento dei diritti delle donne e dell’eguaglianza di genere. Diamo voce alle donne leader e instauriamo un cambiamento duraturo sbilanciando i tradizionali equilibri di potere: oggi, in Svizzera, è tempo di cambiare e mettere le donne al centro della vita politica e sociale del paese.