La Repubblica Democratica del Congo è colpita da una delle crisi umanitarie più acute e prolungate del mondo. I conflitti armati e le catastrofi naturali continuano a provocare grandi spostamenti di popolazione. Il Paese ospita 5,5 milioni di sfollati interni, 1,2 milioni di rimpatriati e 520.000 rifugiati dai Paesi vicini (HNO, 2022). A causa del prolungato conflitto, la maggior parte delle scuole è gestita in condizioni deplorevoli. Il conflitto rende gli studenti più vulnerabili a tutte le forme di violenza, sfruttamento e abuso, tra cui rapimenti, violenze sessuali, reclutamento, uccisioni, attacchi a scuole e ospedali e restrizioni dell'accesso umanitario. Il 56% della popolazione vive ancora in zone rurali, quasi il 43% dei bambini sotto i cinque anni soffre la fame e oltre 9 bambini ogni 100 muoiono prima del compimento del quinto anno di vita. Nel 2018 una progressiva diffusione di ebola ha contribuito ad aggravare una situazione umanitaria già allarmante.
Dal 2019 anche la pandemia di Covid-19 ha aumentato le difficoltà delle famiglie.
La sicurezza pubblica è minacciata dalle continue violazioni dei diritti umani connesse sia dalle forze governative, sia dai gruppi di ribelli. ActionAid lavora in Repubblica Democratica del Congo dal 2003, con particolare attenzione nell’assistenza umanitaria alle comunità colpite da conflitti e disastri nelle province orientali.
Attualmente stiamo implementando un programma di protezione ampio con l’obiettivo di supportare 40 comunità nell’area di Maniema, regione del Sud Kivu. Queste comunità condividono esigenze umanitarie simili, in quanto ospitano un gran numero di sfollati interni che non hanno accesso all'assistenza umanitaria.
All’interno di questo programma il diritto all’istruzione è di prioritaria importanza e ha l’obiettivo di promuovere l’accesso a un’istruzione sicura e di qualità per bambini e bambine di famiglie di sfollati e vulnerabili, colpiti dal conflitto, fornendo loro un’educazione integrata e protezione. La mancanza di accesso alla scuola espone infatti i minori a rischi ancora più alti di sfruttamento sessuale, matrimonio precoce (specialmente per le bambine) e al reclutamento forzato.
Per affrontare la problematica nella sua complessità, è necessario un intervento a più livelli: nell’ambito del miglioramento delle infrastrutture, nell’ambito del sostegno economico diretto delle famiglie, della formazione degli insegnanti, ponendo le basi per un cambiamento culturale nell’approccio alla scuola, mettendo al centro le bambine e i loro diritti, diffondendo e sensibilizzando sull’importanza dell’accesso all’istruzione sicura e di qualità per tutti e tutte.
Contattaci per saperne di più.
[/col] [/row][/section]